Sicurezza informatica cos’è, è possibile?
Premesso che una sicurezza informatica aziendale totale, cioè garantita al 100%, è un’utopia, è comunque sempre bene ricordare che non esiste protezione senza una “politica della security”, intesa come disegno strategico tale da definire, organizzare la riservatezza e integrità informatica e gestire tutti gli aspetti a essa collegati, da quelli tecnici a quelli di management e di business, incluse la confidenzialità e disponibilità dei dati. Ciò significa che non è pensabile, per un’impresa che voglia proteggere i propri asset, guardare alla sicurezza informatica come un’attività “one time” ma come un insieme di attività che tenga conto, per esempio, di azioni quali l’identificazione delle aree critiche, la gestione dei rischi, dei sistemi e della rete, delle vulnerabilità e degli incidenti, il controllo degli accessi, la gestione della privacy e della compliance, la valutazione dei danni eccetera.
La definizione di sicurezza informatica, prima di tutto, deve far rima con disponibilità e integrità dei dati e riservatezza, oltre che delle informazioni, degli accessi.
Ecco quali sono le tre caratteristiche della sicurezza informatica
Qui di seguito sono dunque esplicitate le tre caratteristiche della sicurezza informatica, ovvero quegli aspetti su cui focalizzare l’attenzione per garantirsi di avere una corretta e adeguata gestione della security.
- Disponibilità dei dati, ossia salvaguardia del patrimonio informativo nella garanzia di accesso, usabilità e confidenzialità dei dati. Da un punto di vista di gestione della sicurezza significa ridurre a livelli accettabili i rischi connessi all’accesso alle informazioni (intrusioni, furto di dati, ecc.).
- Integrità dei dati, intesa come garanzia che l’informazione non subisca modifiche o cancellazioni a seguito di errori o di azioni volontarie, ma anche a seguito di malfunzionamenti o danni dei sistemi tecnologici.
- Riservatezza informatica cioè gestione della sicurezza in modo tale da mitigare i rischi connessi all’accesso o all’uso delle informazioni in forma non autorizzata e ovviamente data privacy.
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Di seguito i (primi) sei passi fondamentali da compiere, soprattutto alla luce delle nuove direttive.
- Sapere quali sono i dati da proteggere (e dove sono). Capire di quali dati dispone la propria organizzazione, dove si trovano e chi ne è responsabile è fondamentale per la costruzione di una buona strategia di data protection.
- Formare i dipendenti. La privacy e la sicurezza dei dati sono una parte fondamentale del nuovo GDPR, quindi è fondamentale che il personale sia pienamente consapevole dell’importanza della salvaguardia del processo del trattamento dei dati personali. Statisticamente, infatti, gli esperti rilevano che i problemi di sicurezza IT più comuni e rovinosi sono proprio dovuti a errori umani. Ad esempio, la perdita o il furto di una chiavetta USB o di un portatile contenente informazioni sensibili relative all’attività aziendale potrebbe seriamente danneggiare la reputazione dell’organizzazione, o addirittura portare a severe sanzioni pecuniarie.
- Creare un elenco dei dipendenti che hanno accesso ai dati sensibili. Proprio perché l’errore umano è foriero di molti problemi relativi alla sicurezza dei dati, mantenere un controllo serrato su chi, tra i dipendenti, può accedere a quali informazioni è estremamente importante. Occorre ridurre al minimo i privilegi e concedere l’accesso solo ai dati di cui ogni risorsa ha effettivamente bisogno. Inoltre, l’inserimento di watermark (il marchio digitale che identifica l’autore di un file video, audio o di un’immagine, mediante un’invisibile trama di bit contenente le informazioni sul copyright, ndr) nei file può aiutare a prevenire il furto di dati da parte del personale e permette di identificare la fonte in caso di violazione. Questa pratica prevede l’aggiunta al database di record di rilevamento unici (i cosiddetti seed) che offrono la possibilità di monitorare il modo in cui i dati vengono utilizzati e tracciare il loro percorso, anche nel caso in cui vengano spostati al di fuori del controllo diretto dell’organizzazione.
- Effettuare un’analisi dei rischi. Gli esperti consigliano di effettuare regolari valutazioni del rischio per individuare eventuali potenziali pericoli per i dati dell’organizzazione. Con questa prassi dovrebbero essere esaminati tutti i tipi di minaccia identificabili (sia digitali che fisici): dalla violazione dei dati online, alle interruzioni di corrente. In questo modo è possibile identificare eventuali punti deboli nel sistema di sicurezza aziendale, stabilire le priorità e formulare quindi un preciso piano d’azione per evitare danni, riducendo così il rischio di dover poi far fronte a una violazione ben più costosa.
- Installare il software di protezione affidabili ed eseguire scansioni regolari. Una delle misure più importanti per la protezione dei dati e la sicurezza informatica è anche una delle più semplici. Con un buon sistema di prevenzione attiva e scansioni regolari è infatti possibile ridurre al minimo la minaccia di una perdita di dati per mano di criminali informatici. Investire in un buon software antivirus e antimalware – sempre all’interno di una più completa strategia di sicurezza informatica – aiuterà a non far cadere le informazioni sensibili nelle mani sbagliate.
- Eseguire regolarmente il backup dei dati più importanti e sensibili. Effettuare un backup regolare è una pratica spesso trascurata, ma secondo gli esperti poter contare su una continuità di accesso alle informazioni rappresenta una dimensione fondamentale della sicurezza informatica. Se si considera quanto tempo e quali sforzi potrebbero essere necessari per recuperare i dati perduti, appare subito chiaro come gestire una strategia di backup sia una mossa vincente.